Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

9 luglio 2017

In Cecenia sono ricominciati gli arresti

Quasi 100 giorni fa, il 1 ° aprile, la notizia delle retate anti-gay della Cecenia. Oltre 100 uomini sono stati arrestati, imprigionati, torturati dalle autorità statali, solamente per essere gay. Almeno 6 uomini sono stati assassinati.

Abbiamo pensato che questo terrorismo sponsorizzato dallo stato fosse finito. Ma negli ultimi giorni, abbiamo sentito dai sopravvissuti che gli arresti sono ricominciati.

Le autorità federali russe sostengono che le accuse sono "una provocazione, un falso rapporto" e si sono rifiutate di prendere provvedimenti.

 Lunedì prossimo sarà il giorno 100 ° da quando la prima notizia è arrivata. 100 giorni di ingiustizia. Dobbiamo fare in modo che le autorità russe sappiano che 100 giorni troppi per ottenere giustizia!

Aggiungi la tua voce alla nostra massiccia protesta on-line.
 Non lasciate che i responsabili degli omicidi  la facciano franca!


This has to stop! 100 Days of Injustice in Chechnya

Ecco cosa faremo

Migliaia di persone sottoscrivano qui.

Il 10 luglio alle ore 11 ora di Mosca, la nostra richiesta di giustizia sarà pubblicata sui feed sociali di tutto il mondo.
Se un numero sufficiente di noi partecipano, l'hashtag # 100DaysOfInjustice, # Chechen100, e #Putin saranno trend in tutto il mondo.

Le autorità cecene negano tutte le accuse e considerano "una sporca provocazione" la notizia che esistano uomini gay  in Cecenia. Il capo della polizia di Cecenia, ha detto, "I miei agenti non avrebbero neanche voglia di toccare queste persone, se esistono, per non parlare di picchiarle o torturarle."

Ma i miei colleghi ed io con la Rete russa  LGBT abbiamo visto in prima persona il dolore e la sofferenza di coloro che sono sopravvissuti a questi orrori.

Non possiamo permettere che Ramzan Kadyrov, il Capo della Repubblica cecena, possa impunemente commettere queste violenze anti-gay.

Sii solidale con noi! Mostra a Putin, a Kadyrov, e al mondo intero che li stiamo tenendo sotto controllo e continuiamo a chiedere giustizia.

Grazie con AllOut,

Igor Kochetkov
Rete LGBT russo

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